Tanti volti, tante maschere.
Pensieri, voci e avatar che disegnano quello che dovrebbe rappresentare l’umanità ma in realtà la stanza è fredda.
Social che dovrebbero connettere e che invece sconnettono le persone trasformandole in macchine fredde.
Eppure emozionano o per lo meno non hanno gettato via il potenziale di farlo. Volti e foto truccate per risaltare la bellezza che manca dentro. Storie e condivisioni per affascinare o forse perché non conosciamo più altro modo di esprimerci al di fuori dell’elettronica in cui forse ormai ci identifichiamo.
Ogni tanto, nella mia troppa solitudine, mi capita di cercare ancora persone composte da quell’umanità che va oltre all’apparenza ma rimango praticamente sempre deluso.
Ogni tanto, nel buio, si verifica un evento magico e inaspettato. La magia, la sostanza e la sensibilità interiore non è sempre e solo un sogno: qualche straccio di umanità ancora c’è ma non è social.
La troverai dove meno te l’aspetti, nel frattempo prenditi cura di te senza mai smettere di amarti.
Questa sera mi sono nate queste parole dopo che mi sono guardato intorno e nei volti ho visto bellezza ma ho sentito freddo. Mi ha scaldato l’ascolto dei tre album di Renato Zero: Zerosettanta.
Ci sono parole calde e straordinarie nei suoi testi e nella sua musica che, non avevo mai apprezzato prima. La “passione” per Renato Zero mi è arrivata da una carissima amica speciale ed ogni volta che lo sento, penso a lei.
Questa sera sentivo il bisogno di un abbraccio che spazzasse via tutto questo brutto periodo di chiusure, pandemie, virus e distanza sociale. Una società che sempre di più fatico a capire e ad amare perché mi sento provenire da un’altra realtà molto diversa e meno fredda.