L’esperienza social che immaginavo la vedevo come un qualcosa che mi avvicinasse agli altri, in realtà l’ho sentita allontanarmi e spegnermi dentro perché la presenza si era trasformata dallo sperimentare al voler ottenere. Il voler ottenere può essere usato come forma di “ricatto”, un bisogno che abbiamo e che qualcuno o qualcosa può soddisfare se facciamo determinati favori o azioni.
Il rischio, secondo quello che ho sentito nei giorni successivi al tentativo di creare contenuti, è quello di “abbassare testa e attenzione” alla soddisfazione di un algoritmo e degli altri piuttosto che restare focalizzati su ciò che veramente conta per noi.
Ho creato dei contenuti, ne ho monitorato l’andamento, il successo e le reazioni ma la visibilità di tale contenuti ha delle regole complesse e forse ben precise per cui, se non le segui, potresti ritrovarti penalizzato.
Con il passare del tempo mi sono reso conto di un alto numero di visualizzazioni ma poche o addirittura assenti reazioni. Potrebbe essere un attimo passare dal sogno all’obbiettivo di raggiungere semplicemente e solo determinati numeri. In questa situazione ho sentito che il clima dentro la mia anima si stava raffreddando e che crescevano sensazioni non positive.
Da creatore sono passato a vestire di nuovo le vesti di un osservatore e quello che osservavo, non mi piaceva! Ho pensato che io stavo puntando a quello, ad entrare in quella dimensione e ad avere quelle caratteristiche di chi era lì da più tempo e viene così ritenuto di “successo”.
Inizialmente devo dire ero orgoglioso di alcune creazioni che si erano formate così, sul momento e poi, riviste in un secondo tempo, mi hanno dato un qualcosa per cui ho poi deciso di provare a condividerle mettendomi in gioco. Successivamente il piacere si è trasformato quasi in un lavoro con la delusione del vedere che, le cose non andavano poi così bene.
Inizialmente ho pensato di provare a sperimentare un’esperienza che avevo vissuto da spettatore ma, solo successivamente, entrando di più nell’esperienza social, ho scoperto che questa non era possibile perché richiedeva il raggiungimento di obbiettivi e quindi il seguire determinate regole. Regole che mi avrebbero distanziato dal rimanere in ascolto di quello che avevo dentro o che avrebbero portato maggior numeri rispetto alle emozioni.
Girovagando nel web ho scoperto un mondo dove c’è il mercato che ti vende i numeri di cui potresti avere bisogno, ho dato uno sguardo ma poco dopo mi sono accorto in che oceano scuro ci si andava a tuffare. Un oceano dove alla fine girano sempre i soldi, il dio denaro che qualcuno cerca di guadagnare e lo stesso regna anche sui social come sul web, in tutta l’aria che respiriamo. Anche i numeri offerti in cambio di favori, non potano alla stessa soddisfazione di partecipare senza barare e senza utilizzare algoritmi automatici.
Oltre ai sogni, forse proprio l’idea di poter ricavare un’attività lavorativa mi aveva fatto “giocare”. La verità è che più pensavo di avvicinarmi a quel sogno che avevo fatto, più mi ci allontanavo e congelavo dentro!
Ci sono tante e diverse energie là fuori, ancora non ho ben capito, forse, come evitare di perdermici e di sentirmi contaminato smettendo di percepire la mia fiammella interiore, quello che sono, quello in cui credo, quello che per me è importante e quello che potrebbe farmi stare bene. La verità è che forse non lo so cosa potrebbe farmi star bene. Mi sento un pesce fuor d’acqua, un extra terreste approcciato al pianeta e alla dimensione sbagliata.
Nell’epoca in cui i social ci catturano e, ultimamente diventano anche a pagamento, io mi sono accorto che stavo perdendo il mio focus su quello che veramente conta.
Non sono in vendita, non sono la regola in cui mi vuoi trasformare.
Purtroppo come tutti sono ricattabile ma questo gioco mi fa ammalare ed è per questo che non posso restare facendo finta di nulla.
Torno sulle onde interiori che contraddistinguono la mia strana dimensione dove le emozioni sono mille volte più forti di quanto non lo siano in quella che chiamano “vita reale”.
Temo che la mia compagnia non sia su un social.
Un social mi aveva presentato calore ma è bastato poco perché se lo riprendesse, quasi a ricordarmi che ogni cosa ha un prezzo.
Sono tornato qui su peopleinside, nella mia dimensione e mi sono dedicato questo post che, tra le righe, tiene un grosso abbraccio tutto per me. Un abbraccio di cui ho davvero sentito il bisogno e che auguro a tutti quelli che ne fanno richiesta.