Il posto dove mi trovo è bello, immerso nella natura. Una natura bella, quanto a volte crudele e sicuramente sofferente dell’uomo che, con l’inquinamento, ha forse provocato le allergie di cui sto soffrendo anche qui al mare!

Il posto dove mi trovo è bello, ti soffermeresti a guardarlo e ad apprezzarne i colori, i profumi, il mare calmo al mattino e alla sera con sfumature di luci ipnotizzanti, eppure, nonostante tanta bellezza, mi sento rinchiuso in una bottiglia.

“La barca” è bella, il colore del mare stupendo ma sento che oltre a questo c’è dell’altro che invece disturba e caccia il mio benessere.

Perché mi sento così poco bene? Intanto spesso il mattino inizia con il mal di testa e l’intontimento e poi anche i pensieri me tormentano: inizio a temere i suoni, i rumori, i movimenti intorno. La giornata non calma, la giornata programmata, la giornata in cui bisogna fare così perché qualcuno l’ha deciso. Il non accoglimento dei no, la non empatia di come mi sento. (Credo che anche la troppa empatia sarebbe un disequilibrio altrettanto fastidioso). Oppure la giornata che inizia e non sai come trascorrerla; è solo mattino ma già senti che sarà lunga arrivare a sera e vedere il giorno del calendario scorrere in avanti.

Da una parte non voglio che il tempo sia programmato, dall’altra non c’è nulla che mi coinvolga in quella sensazione di benessere che è personale per ognuno di noi e che non saprei descrivere come averla.

Spesso qui il problema sono le uscite al ristorante, l’insistenza e la mia poca voglia di rinchiudermi in un locale in mezzo alla gente mentre l’afa e il caldo si diverte ad appiccicarsi sulle persone. Locali pieni, folli, lenti e non proprio luogo di relax, anche se a volte lo possono dare. Dipende da come ti senti e se sei tu a decidere di volerci essere. Li sto evitando ma alla fine mi ritrovo solo e con il frigo vuoto, senza macchina per spostarmi, tra l’altro.

Oltre a tutto questo c’è quest’allergia o cosa sia che… mi prende ultimamente d’estate quando sono qui; sembra che qualcosa si diverte a torturare 🤨.

Semplicemente mi ascolto e non mi sento bene. Quando non si sta bene qualsiasi luogo, anche il più bello diventa scomodo quindi non so e non credo cambierebbe molto essere a casa mia. Casa mia che presto diventerà ancora più vuota perché tutti ormai partono per le vacanze, anche se sono consapevole che non tutti e, c’è qualcuno che continua a lavorare, anche adesso.

La sensazione è quella di essere intrappolato in una bottiglia in cui non sto per niente comodo, anzi, soffro di claustrofobia e del disagio di un ambiente che sento difficile per come sono.

Mi guardo intorno e penso che tanta bellezza di questo luogo è piena di ricordi felici e non, della mia infanzia, nel momento dello svago e della vacanza. Da qualche anno la casa qui è stata restaurata e ripensata da un architetto e ora sembra di essere in un piacevole hotel ma, tutto questo non lo sento mio e so che un domani vicino, sarà tutto diverso da ora. La stanza e i corridoi e il salone che sto abitando vedranno altre storie e altre persone, io non so dove sarò e come trascorrerò l’estate; magari in Irlanda?

Avrò magari trovato una mia dimensione di comfort oppure sarò sempre intrappolato in qualche bottiglia dove regna la paura, la sensazione di impotenza ed un’economia che mangia denaro ad ogni respiro? Chi lo sa quale sarà il futuro, per ora sento il presente e mi accorgo che sono in attesa che questi giorni e questi minuti passino e mi avvicinino sempre più ad una realtà migliore.

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